giovedì 26 dicembre 2013

Jackson e il segreto della Vigilia di Natale

No, oggi non ci vengo al parco! In casa c’è un bel calduccio, sono riuscito a farmi dare un pezzetto di pandoro a colazione e poi sono saltato nel letto con Fiorella e Rodolfo, i miei genitori, a pisolare ancora un po’.
Genitori umani, sia chiaro. Poverini, sono costretti a camminare su due zampe e non hanno peli addosso, tranne che in testa. Strane creature, ma io ormai li considero mia madre e mio padre, quindi resto qui nel letto con loro finché non si alzano. A loro non dispiace se mi acciambello tra l’uno e l’altra, anche se sono un labrador adulto. Mi hanno chiamato Jackson, in onore di un tale Michael che a loro piace tanto...



Tra poco, dicono, cominceranno i preparativi per la cena della vigilia di Natale e io non voglio perderli. Perché magari dal tavolo della cucina cade qualcosa – un filettino di pesce, un tortellino – e io lo acchiappo al volo.

Quindi, cara Stefania, ti puoi anche scordare il parco. Oggi faccio pipì all’angolo qui sotto e torniamo subito a casa. Stefania è la figlia di Fiorella e Rodolfo, ovvero è mia sorella. E’ ancora cucciola, ha 15 anni. Anche lei cammina su due zampe, ma i suoi peli in testa sono lunghissimi e credo li usi per tenersi al caldo.

Io resto ben piantato sulla mia cuccia in cucina, ignorando i suoi inviti. “Jackson, dài, andiamo al parco, ti prego, solo mezz’ora, per favore! Ti do dieci biscottini! No, venti! Te ne do trenta!”. E va bene, sorella, mi hai convinto. Andiamo.

Arrivati nell’area del prato, me ne vado un po’ a zonzo annusando tracce interessanti. La Stefi guarda lontano, come se cercasse qualcuno. All’improvviso arriva di corsa una specie di barboncina nera che inchioda a un pelo dal mio naso, inseguita da uno spilungone dell’età più o meno di Stefi che urla “Beatrice, fermati!”.

A fermare Beatrice ci pensa il mio naso. A fermare lo spilungone ci pensa Stefania, che lo abbraccia e lo bacia come in uno di quei melensi film che mi costringe a vedere. “Amore!” dice lui. “Tesoro!” dice lei. “Bleah!” dico io. “Buon Natale, stellina” mormora lo spilungone dando un pacchettino a Stefania. “Buon Natale a te, cicci” sussurra lei porgendogli un involucro simile. “Andiamo bene!” commenta Beatrice, scuotendo il pelo. “Andiamo a fare un giro?” propongo io a Beatrice.

Trotterelliamo via, girandoci ogni tanto a guardare i due cuccioloni umani che si strofinano i nasi e si abbracciano stretti stretti. Stefi stringe al cuore il suo pacchetto e poi stringe anche lo spilungone. “Domani non possiamo vederci, ho casa piena di parenti e devo aiutare i miei… ma ci sentiremo tremila volte!”. “Anche quattromila!” dice lui. “Anche quattromila volte quattromila!” ride lei.

Beatrice e io decidiamo che è ora di tornare e andiamo verso l’uscita del parco da soli. “Jackson, aspettami!” “Bea, arrivo!”. I due giovani umani ci seguono correndo. Andiamo a casa, ragazzi. E datevi un altro bacio. Io e Bea manterremo il segreto.

Nessun commento:

Posta un commento