Sofia è seduta sulla panchina al bordo del lago. Annusa l'aria
socchiudendo gli occhi, col naso in su e le gambe allungate sull'erba.
Sofia è la nostra socia umana, una spilungona con i capelli lunghi
lunghi, legati con una coda bassa che a noi piace tanto, perché somiglia
alla nostra, di coda.
Oggi è una bella giornata di primavera e
noi - Gitte, una specie di lupa con le orecchie dritte e le zampe corte, e Otta, una
specie di beagle con il pelo fitto color biscotto - giriamo intorno a
lei, annusando la panchina dov'è seduta e le margheritine disseminate
nel prato.
Sofia ci guarda e sorride. Noi sappiamo che nella sua
testa - oltre a noi due - c'è il suo grande amore. Non è un umano, no.
Almeno non più. Se n'è andato di casa un mese fa, e noi siamo state
contente perché così nel lettone c'era più spazio per noi...
Il
grande amore di Sofia è la musica. Lei scrive canzoni. E' il suo lavoro e
la sua passione. La sentiamo accennare sottovoce un motivo a base di mmmmm e di uuuuu.
"Ragazze, le parole ancora non ce l'ho, ma questa intanto è la musica,
vi piace?" ci dice con aria convinta. Noi preferiamo il rumore che fa il
vento tra i rami, o un ululato lontano, o il suono delle zampe di uno
scoiattolo che si arrampica su un albero. Però amiamo Sofia e le
facciamo capire, scodinzolando, che sì, quella musica che ci sta
canticchiando ci piace tantissimo.
"E' che non trovo le parole
adatte… vorrei metterci un testo che parli di libertà, di voglia di
ricominciare… che parli della mia vita". Quando dice così si fa scura in
volto e fa un gesto che ci sembra strano: stringe le braccia intorno a
sè come in un abbraccio. "Abbraccia me, Sofia" abbaio io, Gitte,
saltando su e giù dalla panchina. "Ci sono anch'io!" abbaia Otta girando
in tondo con aria festosa.
Sofia ci fa una carezza e poi
guarda lontano. Ci mettiamo anche noi a guardare lontano, contagiate
dalla sua malinconia. E ad un tratto vediamo un oggetto misterioso che
vola in cielo: sembra un uccello, ma è legato ad un filo. Cos'è?
Abbaiamo furiosamente, vorremmo acchiapparlo e portarlo in dono a Sofia.
Che sembra agitata anche lei, alla vista dell'oggetto volante, ma al
contrario di noi che ci siamo allarmate, pare entusiasta. "Gitte, Otta,
guardate laggiù! Qualcuno sta facendo volare un aquilone rosso! Non è
bellissimo? Un aquilone rosso! Che vola lontano e si porta via i
pensieri…".
Tira fuori dalla borsa un quadernino minuscolo e comincia a scrivere delle parole, che accompagna pronunciandole una ad una. "Vola il mio aquilone… i miei pensieri volano lassù… ricomincio senza amore… ma con la voglia di sognare di più…
Ho trovato le parole della mia canzone, evviva!". Prima o poi scriverà
una canzone anche per noi, per le sue cagnoline adorate. Intanto però
questa dell'aquilone siamo state proprio noi a suggerirgliela. Speriamo
che ci faccia apparire come autrici. Pensate che effetto farebbe:
signore e signori, ecco "L'aquilone rosso", di Sofia, Gitte e Otta.
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