martedì 10 dicembre 2013

La cana pescatrice

E' il momento del “sole alzato da un po'”. Noi cani non diamo un nome al tempo che passa. Lo capiamo dalla luce che c'è, da quanto il sole sale nel cielo. Definiamo così il trascorrere del giorno: il sole appena alzato, alzato da un po', da un po' più di un po', da molto più di un po', è alto, è altissimo, abbassato un po' e così via. Si capisce anche quando è nuvolo, perché ci si regola con l’intensità della luce.
Insomma, al "sole alzato da un po'" mi alzo anch'io, mi stiracchio, sbadiglio un bel po' e mi avvio a fare il mio giro di ricognizione. Io sono il cane del parco, cioè uno dei cani senza collare residenti in quest'area verde, dove gli uomini vengono a correre, a riposare, a chiacchierare e a far passeggiare i loro quattrozampe. Mi chiamano Nina, e io lo trovo un bel nome, molto chic.
Sono di una razza imperscrutabile - così mi piace definirmi – bianca con rade macchioline beige, un po' robusta (non ho detto grassa!) e ho le orecchie a triangolo piegato in avanti che si alzano quando mi metto in allarme.
Non appartengo a nessuno, ma sono felice così. Mangio quello che mi dà il custode del parco, dormo nel capanno degli attrezzi, mi godo la mia libertà.
Tra i vantaggi di non avere un padrone c'è quello di poter andare dove voglio, senza nessuno che mi urli "Vieni qui! Non farlo! Stai giù!" e soprattutto "Esci dall'acqua!".
Già. Perché una delle cose che mi piace fare al mattino è entrare nel laghetto del parco e fermarmi sulla riva, con le quattro zampe in acqua, cercando di non bagnarmi la pancia, per scrutare con attenzione il fondo alla ricerca di un pesce da acchiappare.
Ci posso stare anche un intero “da sole alzato da un po’” a “sole alzato un po’ più di un po’”, così, immobile nell’acqua, a seguire i movimenti dei pesciolini, aspettando l’attimo in cui non mi percepiscono più per poterli acchiappare con un fulmineo scatto del muso.
In realtà non mi riesce mai, ma mi ci diverto molto. E poi spero sempre che prima o poi qualche pesce si faccia catturare. Mica per niente i frequentatori del parco mi hanno soprannominato "la cana pescatrice". 

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