Vittoria
e io andiamo al parco con la sua vecchia Panda celeste. Una macchina che ha
vent’anni, ma che ancora cammina allegra e lieve. Io, un “volpino arrangiato”,
come mi chiama Vittoria, salto dentro l’auto con tutta la leggiadria dei miei
dieci anni. Mi chiama così perché non sono un vero volpino: ho tracce di cocker
e di pincher con un tocco di maltese, il che ha generato il pelo lungo, le
orecchie a punta e il carattere deciso.
Mi
chiamo Vittorio, come la mia padrona. Vittorio e Vittoria, carini no? Lei ha
tanti anni, in termini canini ne avrebbe circa dieci. Quindi, se fate il conto
in termini umani, ne ha quasi settanta. Insomma siamo coetanei, anzi io
sono un po’ più giovane di lei...
Questa
mattina c’è un bel sole. E’ il 25 dicembre e il cielo è azzurro come in
primavera. Così Vittoria ha deciso di venire al parco proprio nel giorno in cui
tutte le famiglie si riuniscono nelle case per festeggiare il Natale.
Noi
non abbiamo una famiglia vera e propria. Vittoria dice sempre che “stiamo
meglio soli che male accompagnati”, facendo quel sorrisetto dolce che a me
piace tanto, al quale di solito segue l’elargizione di un biscotto. Lei è sola
davvero, a parte me. Il suo compagno è andato via tre anni fa – in un posto che
Vittoria definisce “lassù”.
Ma
Vittoria ed io stiamo bene così. Ci troviamo una panchina al sole, lei si siede
e io controllo la zona annusando intorno. Tutto a posto, Vic. Tira fuori da
mangiare! La mia padrona estrae con attenzione alcuni piccoli pacchetti da una
borsa di plastica. Sono il nostro pranzo di Natale. Niente di speciale, la mia
Vic prende pochi soldi ogni mese da quell’edificio basso da dove escono e
entrano persone indaffarate. Bastano appena per la benzina della vecchia Panda,
per le mie scatolette, per le poche cose che mangia lei. Oggi ha portato pasta
con il tonno e polpette. Facciamo un po’ per uno, una forchettata di pasta lei
e una io, una polpetta lei e una io. Il sole è caldo, il pranzo è delizioso e
io sono un cane felice.
Poi
Vittoria tira fuori dalla busta uno di quei pandori minuscoli per bambini e
cinque noci. “Vittorio, un pranzo di Natale non è completo se non ci sono i
dolci e le noci!” dice ridendo. Apre la confezione del pandoro, lo taglia a
fettine e me ne porge una. Poi rompe un paio di noci con un sasso trovato in
terra e mangia i pezzettini del frutto. “Sai Vittorio – mi sussurra
all’orecchio – queste noci e questo dolce me li sono ritrovati nella borsa della
spesa. Chissà, sarà stato Babbo Natale che ha voluto farci un regalo!”.
Vittoria
cara, non credo che Babbo Natale si arrabbierà sapendo che il pandorino e le
cinque noci ce le hai fatte finire tu, nella tua borsa, con un fulmineo gesto
della mano, accertandoti che nessuno ti vedesse! Io lo so che, quando vai al
supermercato, ogni tanto ti appropri di qualcosa che altrimenti non riusciresti
mai a comprare, come certe squisite scatolette di lusso che ogni tanto mi
offri. Ma stai tranquilla, non lo dirò a nessuno.
foto tratta da http://ottawadogblog.ca/ (joey)
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