venerdì 6 dicembre 2013

La gang della soubrette

Siamo cinque, siamo invincibili, siamo scatenati. Pepe, Mango, Cherry, Gioia, Nespola, eccoci qua. Cinque meticci di forme e dimensioni diverse - uno smilzo e biondo, uno grosso a macchie bianche e nere, uno nerissimo col pelo corto, l'altro bianco con pelo lungo, un altro basso e rotondetto color castagna. 
Saltiamo fuori dall'auto della nostra umana urlando come forsennati. Facciamo a gara a chi abbaia più forte, mentre corriamo avanti e indietro intorno alla macchina che l'umana sta chiudendo, urlando anche lei "Buoni! Zitti! Piantatela!". Quanto ci divertiamo a farla strillare! Più alza la voce, più noi facciamo i matti...


Ci dirigiamo abbaiando minacciosi verso il sentiero principale del parco. In realtà non vogliamo spaventare nessuno, è solo che ci piace fare i gradassi, i "bad dogs". Poi ci calmiamo e, annusando con grande competenza le tracce che gli animali notturni hanno lasciato in terra, trotterelliamo procedendo nella nostra passeggiata.
La nostra umana non si occupa di noi. Ci segue distrattamente, mentre parla senza sosta al telefono, lo sguardo verso il basso a guardare i suoi passi. E' una specie di soubrette, una showgirl che è stata famosa per qualche tempo in tv. Ora non è più sulle prime pagine dei giornali, come qualche anno fa, e questo la fa un po' soffrire. Parla fitto fitto al cellulare, chiedendo ad agenti, vecchi manager e impresari se è possibile farle fare un'apparizione in qualche evento, una comparsata in un film, una ospitata in qualche programma tv. Colleziona rifiuti, ma non si arrende.
Noi le camminiamo dietro, accanto, intorno, per farla sentire protetta e darle sicurezza. Vediamo quel velo nei suoi occhi dopo l'ennesimo "per ora non ho nulla adatto a te" e vorremmo dirle che le lacrime non le ridaranno indietro la sensazione inebriante di essere famosa e desiderata. Ora ci siamo noi, con i nostri abbai e ululati e code festanti e nasi umidi. Canta a balla per noi, vorremmo dirle. A noi piaci.
Ma lei non può sentirci. Ci raduna chiamandoci per nome, uno ad uno, e torniamo tutti alla macchina. Di nuovo verso casa, di nuovo alla ricerca di quel pizzico di celebrità che la farebbe sentire ancora felice.

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